Una coperta per il ghiacciaio
October 15, 2021Scritto per GQ
A 3000 metri in vetta al ghiacciaio del Presena, seduti su un tavolino del Panorama bar, il rifugio adiacente all’ultima stazione della cabinovia, è possibile provare a immaginare come saranno le nostre montagne di qui alla fine di questo secolo. Se il riscaldamento globale procederà a questo ritmo, gli scienziati prevedono che sarà esattamente a questa altitudine che la neve dei ghiacciai comincerà a sciogliersi, di qui a qualche decennio. Lo sanno bene gli abitanti di queste zone, al confine tra Trentino e Lombardia, che gli inverni sono diventati sempre più caldi. In paesi che dipendono in tutto e per tutto dal turismo, una vita senza neve è una vita senza vita. Dal 1960 al 2017, la stagione invernale di sci si è ridotta di 38 giorni: ora comincia circa 12 giorni dopo e finisce circa 26 giorni prima rispetto ai livelli precedenti. Dal ghiacciaio più vasto d’Italia, l’Adamello, che si affaccia appunto sul Presena, secondo i recenti dati del Comitato Glacologico (CGI) ogni anno scompaiono 14 milioni di acqua, tanto che la sua estensione si è ridotta dai 19 chilometri quadrati del 1957 ai circa 17.7 del 2015. Il ghiacciaio del Presena invece, il fronte più alto della Prima Guerra Mondiale, ha già perso un terzo del suo volume. Più di cento anni dopo, il cambiamento climatico è diventato in queste zone una minaccia meno visibile ma ben più grave di una guerra. Lo si è capito ancor di più durante le restrizioni dovute al Covid-19: senza turismo non c’è sopravvivenza per la popolazione di questi luoghi. E così sarà quando le nevi del ghiacciaio si scioglieranno ulteriormente. É per questo che la Società Carosello Tonale, l’azienda che gestisce l’area turistica di sci, si è rivolta nel 2008 all’università di Milano per cercare un rimedio. Da allora, ogni anno a Maggio, quando la stagione turistica volge al termine, il ghiacciaio viene coperto da tessuti geotessili bianchi, che poi vengono tolti in vista del riaprirsi della stagione in Ottobre. Se nel 2008 venivano coperti circa 30.000 metri quadrati di territorio, oggi ne vengono coperti 100.000 metri quadrati. Questi teloni, riflettendo la luce del sole, permettono di mantenere la temperatura del ghiaccio più bassa rispetto a quella esterna e rallentare così il suo inesorabile scioglimento. “Sono teloni che riflettono dal 60 al 90% della luce che arriva sulla neve” racconta Manuel Veronesi, nativo della regione e direttore tecnico della Società Carosello Tonale. “In questo modo il ghiaccio può rimanere più fresco e sciogliersi meno” Questa coperta gigante costa circa mezzo milione di euro all’anno alla società, che attraverso l’obiettivo di salvare il turismo, si augura di rallentare l’irreversibile processo di scioglimento di questo importante ghiacciaio. “Negli anni Novanta qui si poteva sciare per tutta l’estate” racconta ancora Manuel. “Venivano ad allenarsi tantissimi entusiasti dello sci alpino, da tutto il mondo, riempiendo gli hotel e i ristoranti e garantendo benessere a tutto l’indotto. Oggi questo già non è più possibile.” L’importanza turistica del ghiacciaio Presena, situato a pochi chilometri dal passo del Tonale è oggi anche la sua salvezza, perché è proprio la presenza della funivia che permette di trasportare i teli geotessili ad alte altitudini per la conservazione del ghiacciaio. Dei 240.000 ghiacciai presenti sulla terra, soltanto una decina infatti possono essere in parte conservati con queste modalità. “Sarebbe da sciocchi credere che possiamo fermare del tutto il suo scioglimento” racconta ancora Manuel osservando il ghiacciaio dall’alto.”É come se mettessimo una garza a una grande ferita. Lo sappiamo che non stiamo risolvendo il problema”. A rendere il quadro più complesso è anche la presenza di un alga, l’ancylonema nordenskioeldii, che prospera in ambienti come il Presena, dove spesso il ghiaccio è acquoso e fragile. L’alga rende la neve rosa, assorbendo maggiormente la luce del sole e facendo sciogliere il ghiaccio più velocemente. Più si scioglie il ghiaccio e più l’alga si espande, le nevi diventano sempre più rosa e più fragili, dando l’impressione che il ghiacciaio abbia cominciato a sanguinare, prima di sparire per sempre.