I SENTIERI DELL’ACCOGLIENZA

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo e Nicola Zolin12/13/14 Settembre 2025| Camini (RC)

Torniamo finalmente con questo workshop di fotografia sociale nel paesino calabrese che ormai è diventato la capitale italiana dell’accoglienza. Con Giulio Di Meo e Nicola Zolin riscopriremo il magnifico borgo di Camini, che ha saputo reagire alla minaccia di spopolamento attraverso progetti inclusivi con rifugiati e richiedenti asilo. Un luogo in cui i progetti di accoglienza si sono intrecciati al recupero del patrimonio culturale e a una pianificazione imprenditoriale ed economica volta sia allo sviluppo delle attività della cooperativa che al benessere della cittadina e dei suoi ospiti. Obiettivo del workshop è quello di realizzare un reportage personale in cui i partecipanti potranno sviluppare una narrazione personale su una tematica di loro interesse, legata o meno alle attività della cooperativa “Jungi Mundu”, al quotidiano di questa piccola comunità, alle vicende di alcuni dei suoi personaggi, al bellissimo territorio della Locride, esempio virtuoso di accoglienza e solidarietà.

Date: 12/13/14 Settembre 2025 – Consigliamo di arrivare un giorno prima dell’inizio e partire il giorno successivo alla fine del corso

Luogo: Camini (Reggio Calabria)

In collaborazione con: Jungi Mundu

Presentazione: I paesi calabresi della zona meridionale della costa ionica avevano conosciuto soltanto flussi in uscita di migranti lavoratori verso le industrie del Nord. Gli sbarchi del 1997 a Badolato e del 1998 a Riace marina hanno cambiato la storia di questi villaggi dimenticati. In quelle barche erano quasi tutti curdi, un popolo senza stato, vittima degli schemi geopolitici del Novecento. Si trovarono all’improvviso accolti da una comunità ospitale, che mise a loro disposizione le case in disuso e si impegnò a dar loro sostentamento. E’ in quei giorni che prende vita la visione di quello che con il tempo nascerà dapprima a Riace: un esperimento di tra persone provenienti da luoghi diversi, il tentativo di far rinascere un villaggio sempre più disabitato, stravolto da uno tsunami demografico. In seguito tanti altri comuni della Locride hanno seguito la strada dell’accoglienza, primo tra i quali Camini, piccolo borgo che subiva un processo di spopolamento inesorabile. Qui nel 1999 nasce la cooperativa sociale Jungi Mundu con l’obiettivo di integrare le persone svantaggiate nel mondo del lavoro.

Le prime ondate migratorie che hanno interessato la costa nei due anni successivi, hanno spinto i soci fondatori della cooperativa a rispondere con solidarietà, per accogliere e integrare i migranti nel 2011. Adottando l’innovativo concetto di ospitalità diffusa in cui gli ospiti del progetto vivono in case indipendenti e sono orientati fin dall’inizio al rapporto con gli abitanti del villaggio, Jungi Mundu accoglie oggi 118 ospiti da molte parti del mondo come Siria, Nigeria, Libia, Marocco, Tunisia, Turchia, Sud Sudan, Bangladesh, Afghanistan. Più di 40 inoltre, a conclusione del proprio percorso progettuale hanno scelto di rimanere a Camini, diventando a tutti gli effetti nuovi abitanti della Comunità. I concetti di accoglienza e integrazione si traducono in buone pratiche sperimentate e adottate negli anni che hanno coinvolto l’intera collettività, dato lavoro a molte famiglie, aumentato il benessere socioeconomico e la natalità.

“L’obiettivo della cooperativa è di dare lavoro alla gente locale, per tenere vivo il borgo” racconta Rosario. “Anche osservando il successo di Riace, ci siamo resi conto che l’accoglienza era l’unica strada per salvare il borgo”. A Camini, oggi, oltre al progetto di accoglienza la cooperativa “Jungi Mundu” ha organizzato laboratori di ceramica, cucito, falegnameria, arte, tessitura, la scuola di italiano, la fattoria didattica, la scuola di calcio e di ballo. Il turismo è stato rilanciato e l’albergo diffuso è un’importante fonte di guadagno per il paese. I fondi vengono continuamente riutilizzati per ricostruire le case del centro storico, con il grande lavoro di Cosmano e Hassan, rifugiato senegalese, che ha imparato il lavoro del muratore e sta collaborando a ricostruire quello stesso paesino che un giorno lo ha accolto, utilizzando soltanto le pietre della zona, come si faceva un tempo.

Durante il workshop proveremo a condividere, con i cittadini e gli ospiti di Camini, la quotidianità, esplorando le attività e i laboratori della cooperativa “Jungi Mundu”. Ogni fotografo cercherà di raccontare la realtà del paesino, con il proprio sguardo unico e particolare, cercando di cogliere i diversi aspetti di questa piccola quanto significativa realtà.

Programma: Il corso sarà diviso in diversi momenti: una parte teorica, una parte pratica e una di critica e selezione dei lavori. Saranno inoltre previsti momenti di confronto tra i partecipanti al workshop, i volontari e i soci della cooperativa. Il corso, infatti, non ha solo l’obiettivo di guidare i partecipanti nello sviluppo di un progetto fotografico, ma è anche un’esperienza di scambio, confronto e dialogo tra volontari e partecipanti. Le serate saranno dedicate all’editing delle foto scattate, con discussione e confronto tra i vari partecipanti, nonché una vera e propria opportunità di interazione con la comunità locale e i beneficiari del progetto di accoglienza. Quotidianamente saranno selezionate le immagini migliori che andranno a formare, alla fine del corso, il portfolio personale. Con le foto più rappresentative sarà realizzata una presentazione multimediale per raccontare l’esperienza vissuta dal gruppo e per sensibilizzare sulle tematiche documentate. Durante le giornate del workshop verrà organizzata una serata dove i due fotografi presenteranno i propri lavori fotografici ai partecipanti ed ai volontari.

Venerdì 12 settembre 2025
Ore 09:30-11:00  Presentazione della cooperativa Jungi Mundi e del workshop
Ore 11:00-19:00 Uscita fotografica
Ore 21:00-23:00 Prima sessione di editing, critica e selezione dei lavori

Sabato 13 settembre 2025
Ore 09:00-13:00 Uscita fotografica
Ore 14:00-17:00 Seconda sessione di editing, critica e selezione dei lavori
Ore 17:00-19:00 Uscita fotografica

Domenica 14 settembre 2025
Ore 09:00-13:00 Uscita fotografica
Ore 14:00-18:00 Sessione finale di editing, critica e selezione dei lavori

Costo del workshop: La quota di partecipazione al workshop è di 350 euro. Il costo di vitto e alloggio sarà di 120 euro e andrà pagato direttamente alla cooperativa Jungi Mundu.

Prodotti finali: pubblicazione delle foto degli studenti sul sito dei fotografi e realizzazione di un prodotto multimediale del lavoro collettivo. Le immagini di questo workshop verranno incluse poi in un libro, che insieme alle fotografie di Giulio e Nicola, e dei fotografi ospiti dei tre workshop precedenti, diventerà un vero e proprio biglietto da visita del progetto “Jungi Mundu” e della sua storia, per gli anni a venire. Siete tutti invitati a partecipare a questa piccola utopia e a fotografare un pezzo di quella che sarà la sua memoria.

Per info e iscrizioni: info@giuliodimeo.it | zolinphoto@gmail.com

Prodotti finale del workshop dello scorso anno: CAMINI: PERCORSI D’ACCOGLIENZA – settembre 2025

Nicola Zolin – Nicola Zolin è un foto-giornalista e scrittore nato a Marostica (VI) nel 1984. Ha viaggiato per oltre cinquanta paesi raccontando tra i vari progetti la vita parallela dei giovani in Iran, le vicende dei rifugiati lungo la rotta balcanica, la condizione degli Uiguri in Cina, i sogni dei ragazzi della striscia di Gaza e una serie di reportage su persone che con i loro progetti stanno cambiando il mondo. Le foto del suo reportage su Riace, Camini e gli altri paesi della Locride, “U paese è mondo intero” sono state pubblicate da Der Spiegel, Corriere della Sera, 6 MOIS, Il Reportage, de Volkskrant, Left e da Prospero Editore nell’omonimo libro pubblicato nel 2020.

Giulio Di Meo – Giulio Di Meo è un fotografo italiano impegnato da quasi vent’anni nell’ambito del reportage e della didattica. Organizza incontri e workshop di reportage e di street photography, in Italia e all’estero, e laboratori per bambini, adolescenti, immigrati e disabili per promuovere la fotografia come strumento di espressione e integrazione. Fotografo freelance, porta avanti i propri progetti in modo indipendente. Presidente dell’associazione Witness Journal e photo editor dell’omonima rivista di fotogiornalismo WJ. Collabora con diverse associazioni e ONG, in particolar modo con l’Arci, con la quale dal 2007 organizza workshop di fotografia sociale in diverse realtà del Sud del mondo (Argentina, Bolivia, Brasile, Camerun, Colombia, Cuba, Saharawi, Senegal).





LA LOCRIDE RESISTENTE  III

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo e Nicola Zolin 9-12 Settembre 2021 | Camini (RC)

Terzo workshop di fotografia sociale, con Giulio Di Meo e Nicola Zolin, nei territori della Locride, alla scoperta del magnifico borgo di Camini, che ha saputo reagire alla minaccia di spopolamento attraverso progetti inclusivi con rifugiati e richiedenti asilo. In questo piccolo paesino i progetti di accoglienza si sono intrecciati al recupero del patrimonio culturale, a una pianificazione imprenditoriale ed economica volta sia allo sviluppo delle attività della cooperativa che al benessere della cittadina e dei suoi ospiti. Obiettivo del workshop è quello di documentare le attività della cooperativa “Jungi Mundi” a Camini, il quotidiano di questa piccola comunità, il bellissimo territorio della Locride esempio virtuoso di accoglienza e solidarietà.

Date: 10/11/12 settembre 2021 – Consigliamo di arrivare un giorno prima dell’inizio del corso

Luogo: Camini (Reggio Calabria)

In collaborazione con: Jungi Mundu

Presentazione: I paeselli calabresi della zona meridionale della costa ionica avevano conosciuto soltanto flussi in uscita di migranti lavoratori verso le industrie del Nord. Gli sbarchi del 1997 a Badolato e del 1998 a Riace marina hanno cambiato la storia di questi villaggi dimenticati. In quelle barche erano quasi tutti curdi, un popolo senza stato, vittima degli schemi geopolitici del Novecento. Si trovarono all’improvviso accolti da una comunità ospitale, che mise a loro disposizione le case in disuso e s’impegnò a dar loro sostentamento. E’ in quei giorni che nasce la visione di quello che con il tempo Riace diventerà: un esperimento di convivenza tra persone provenienti da luoghi diversi, il tentativo di far rinascere un villaggio sempre più disabitato, stravolto da uno tsunami demografico. In seguito tanti altri paesini della Locride hanno seguito la strada dell’accoglienza, come Camini piccolo borgo che subiva un processo di spopolamento inesorabile, dove alla scuola elementare a un certo punto v’era soltanto una classe unica. Rosario Zurzolo, fondatore della cooperativa “Jungi Mundu”, è stato uno degli ultimi bambini a frequentare la scuola materna prima che chiudesse. Da due anni, grazie ai rifugiati, l’asilo a Camini ha riaperto e ci sono ora 25 bambini. Alle scuole elementari ci sono 50 ragazzi. “L’obiettivo della cooperativa è di dare lavoro alla gente locale, per tenere vivo il borgo” racconta Rosario. “Anche osservando il successo di Riace, ci siamo resi conto che l’accoglienza era l’unica strada per salvare il borgo”. A Camini, oggi,  oltre al progetto di accoglienza la cooperativa “Jungi Mundu ha organizzato laboratori di falegnameria, di artigianato, la scuola di italiano, la fattoria didattica, la scuola di calcio e di ballo. Il turismo è stato rilanciato e l’affittacamere è un’importante fonte di guadagno per il paese. I fondi vengono continuamente riutilizzati per ricostruire le case del centro storico, con il grande lavoro di Cosmano e Cosimo e di rifugiati come Hassan e Kolli, che hanno imparato il lavoro del muratore e stanno collaborando a ricostruire quello stesso paesino che un giorno li ha accolti, utilizzando soltanto le pietre della zona, come si faceva un tempo.

Durante il workshop proveremo a condividere, con i cittadini e gli ospiti di Camini, la quotidianità, esplorando le attività e i laboratori della cooperativa “Jungi Mundu”. Ogni fotografo cercherà di raccontare la realtà del paesino, con il proprio sguardo unico e particolare, cercando di cogliere i diversi aspetti di questa piccola quanto significativa realtà.

Programma: Il corso sarà diviso in diversi momenti: una parte teorica, una parte pratica e una di critica e selezione dei lavori. Saranno inoltre previsti momenti di confronto tra i partecipanti al workshop, i volontari e i soci della cooperativa. Il corso, infatti, non ha solo l’obiettivo di guidare i partecipanti nello sviluppo di un progetto fotografico, ma è anche un’esperienza di scambio, confronto e dialogo tra volontari e partecipanti. Le serate saranno dedicate all’editing delle foto scattate, con discussione e confronto tra i vari partecipanti. Quotidianamente saranno selezionate le immagini migliori che andranno a formare, alla fine del corso, il portfolio personale. Con le foto più rappresentative sarà realizzata una presentazione multimediale per raccontare l’esperienza vissuta dal gruppo e per sensibilizzare sulle tematiche documentate. Durante le giornate del workshop verrà organizzata una serata dove i due fotografi presenteranno i propri lavori fotografici ai partecipanti ed ai volontari.

Costo del workshop:  La quota di partecipazione è di 400 euro (comprende vitto e alloggio e ogni altro costo riferito alla realizzazione del corso in loco).

Prodotti finali: pubblicazione delle foto degli studenti sul sito dei fotografi e realizzazione di un prodotto multimediale del lavoro collettivo.

Per info e iscrizioni: info@giuliodimeo.it | zolinphoto@gmail.com

Gallerie workshop precedenti:

LOCRIDE RESISTENTE – giugno 2019

CAM(M)INI – agosto 2020 

MUNDU CAMINI - settembre 2021 - VIDEO


LA LOCRIDE RESISTENTE  II

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo e Nicola Zolin 27-30 Agosto 2020 | Camini e Riace (RC)

Questo workshop di fotografia sociale si terrà nei territori della Locride in Calabria, in quei borghi arroccati che hanno reagito alla minaccia di spopolamento attraverso i progetti inclusivi con rifugiati e richiedenti asilo nell’ambito del progetto Sprar. Il più noto di questi paesi, la Riace di Mimmo Lucano, è tristemente balzata alla cronaca con la messa agli arresti domiciliari e il successivo divieto di dimora del sindaco, che si è dichiarato “colpevole di umanità”, mentre il governo italiano in qualche settimana s’impegnava a smantellare il suo progetto, che ha rivoluzionato il modo di pensare all’accoglienza a livello nazionale. Nel frattempo, oltre a Riace, nella Locride diversi località hanno fatto partire degli importanti progetti di accoglienza. Uno dei più importanti è quello di Camini, cittadella situata a 3 km a Nord di Riace. Qui i progetti di accoglienza si sono intrecciati al recupero del patrimonio culturale, a una pianificazione imprenditoriale ed economica volta sia allo sviluppo delle attività della cooperativa che al benessere della cittadina e dei suoi ospiti. obiettivo del workshop è quello di documentare il presente di questi paesini che si stanno adeguando alle nuove normative del decreto sicurezza. Lavoreremo con la cooperativa “Jungi Mundi” a Camini, visiteremo Riace e altri paesini della Locride, come Stignano, Caulonia e Gioiosa Ionica, parte della Rete dei Comuni Solidali (Re.Co.Sol).

Date: 27-30 Agosto 2019    Luogo: Camini (Reggio Calabria)

I lavori realizzati durante questo workshop sono visualizzabili nel seguente video

In collaborazione con: Cooperativa Jungi Mundi

Storia recente delle migrazioni nella Locride: I paeselli calabresi della zona meridionale della costa ionica avevano conosciuto soltanto flussi in uscita di migranti lavoratori verso le industrie del Nord. Gli sbarchi del 1997 a Badolato e del 1998 a Riace marina hanno cambiato la storia di questi villaggi dimenticati. In quelle barche erano quasi tutti curdi, un popolo senza stato, vittima degli schemi geopolitici del Novecento. Si trovarono all’improvviso accolti da una comunità ospitale, che mise a loro disposizione le case in disuso e s’impegnò a dar loro sostentamento. E’ in quei giorni che nasce la visione di quello che con il tempo Riace diventerà: un esperimento di convivenza tra persone provenienti da luoghi diversi, il tentativo di far rinascere un villaggio sempre più disabitato, stravolto da uno tsunami demografico. Un’utopia che risponde a una vera e propria emergenza: dal Mezzogiorno sono emigrate 1 milione e 113 mila persone, 653 mila soltanto tra il 2008 e il 2015, tra i quali 478 mila di cui 133 mila laureati. Nel tempo Riace diventa un laboratorio politico per chi si occupa di accoglienza, in particolare di accoglienza diffusa tramite il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Dal 2004 Lucano diventa sindaco e da allora è il comune a gestire direttamente i fondi per il progetto di accoglienza: vengono riaperte alcune botteghe, riparte la scuola e viene creato un ambulatorio medico, con l’idea di fare dell’immigrazione un’opportunità, di cui tutti possano beneficiare. A Riace arrivano osservatori, artisti e giornalisti da tutto il mondo e la cittadina calabrese comincia a venir definita un “modello” di accoglienza diffusa e integrazione. Nel 2016 Lucano viene inserito tra le 50 persone più influenti al mondo dalla rivista Fortune, ma è in quello stesso anno che cominciano le indagini su di lui da parte della prefettura di Reggio Calabria, che indaga le irregolarità amministrative e gli illeciti penalmente rilevanti del progetto. Il sogno comincia a trasformarsi in un incubo. Il colpo di scena arriva sabato 13 ottobre, con il documento del Viminale che di fatto cancella il modello Riace, muovendo accuse e contestazioni al progetto di accoglienza. Il documento di 20 pagine riferisce al comune e al prefetto di allontanare dal paese tutti gli stranieri ospitati. É questo il colpo più duro per “il paese dell’accoglienza” che ha ospitato in questi anni persone provenienti da ogni angolo del globo. Mentre Mimmo Lucano è ancora interdetto di tornare a Riace, la cittadina è tornata al silenzio di una volta. I frutti di questo lavoro sono fioriti nei paesi circostanti

In seguito arriva il “decreto sicurezza”, che oltre ad abrogare la protezione umanitaria che fino ad oggi è stata concessa ai cittadini stranieri che fuggono da contesti di emergenza come conflitti, disastri naturali o altri seri motivi di carattere umanitario, limita il sistema dell’accoglienza soltanto a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati. Di conseguenza anche i 60 paesini della Locride che hanno adottato il modello Riace, contrapponendosi alla politica dei grandi campi, i vari CAS e CARA, soffrono ora del taglio dei fondi, delle partenze di molti ragazzi e del ridimensionamento dei progetti che mette a repentaglio la loro rinascita.

ARCELLA WELCOME - WORKSHOP

Laboratorio di foto-giornalismo e fotografia documentaria all'interno del Welcome Festival - Arcella Edition

17-19 Ottobre 2019 I Padova


ll docente Nicola Zolin guiderà i partecipanti alla creazione di un racconto per immagini, volto a descrivere la vita nel quartiere Arcella, o a focalizzarsi su storie particolari di persone che la abitano. Studieremo la composizione di un reportage e le diverse modalità di narrazione fotografica. Il docente porterà la sua esperienza di reporter attivo in diversi contesti e in diversi zone del mondo, stimolando i partecipanti a mettersi in gioco e ad utilizzare la fotografia come un mezzo di apertura verso gli altri, nonché come strumento per creare consapevolezza nella società riguardo a tematiche importanti e marginali.

Il workshop prevede diversi momenti: dalla presentazione della Fotografia di Reportage, al lavoro di osservazione per le via del quartiere e al lavoro di editing sulle fotografie scattate.

Il laboratorio è rivolto a coloro che volessero applicare la propria tecnica fotografica al reportage e alla fotografia documentaria. Per chi ha la possibilità, si richiede di portare con sé un mezzo fotografico (telefono o macchina fotografica) e un computer.

Il workshop è gratuito ma il numero di posti è limitato, la partecipazione è garantita previa iscrizione al form https://forms.gle/bHrQVjnto2PtMca79

LA LOCRIDE RESISTENTE 

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo e Nicola Zolin20-23 Giugno 2019 | Camini e Riace (RC)

Questo workshop di fotografia sociale si terrà nei territori della Locride in Calabria, in quei borghi arroccati che hanno reagito alla minaccia di spopolamento attraverso i progetti inclusivi con rifugiati e richiedenti asilo nell’ambito del progetto Sprar. Il più noto di questi paesi, la Riace di Mimmo Lucano, è tristemente balzata alla cronaca con la messa agli arresti domiciliari e il successivo divieto di dimora del sindaco, che si è dichiarato “colpevole di umanità”, mentre il governo italiano in qualche settimana s’impegnava a smantellare il suo progetto, che ha rivoluzionato il modo di pensare all’accoglienza a livello nazionale. Nel frattempo, oltre a Riace, nella Locride diversi località hanno fatto partire degli importanti progetti di accoglienza. Uno dei più importanti è quello di Camini, cittadella situata a 3 km a Nord di Riace. Qui i progetti di accoglienza si sono intrecciati al recupero del patrimonio culturale, a una pianificazione imprenditoriale ed economica volta sia allo sviluppo delle attività della cooperativa che al benessere della cittadina e dei suoi ospiti. obiettivo del workshop è quello di documentare il presente di questi paesini che si stanno adeguando alle nuove normative del decreto sicurezza. Lavoreremo con la cooperativa “Jungi Mundi” a Camini, visiteremo Riace e altri paesini della Locride, come Stignano, Caulonia e Gioiosa Ionica, parte della Rete dei Comuni Solidali (Re.Co.Sol).

Date: 20-23 Giugno 2019    Luogo: Camini (Reggio Calabria)

In collaborazione con: Cooperativa Jungi Mundi


Programma: Il corso sarà diviso in diversi momenti: una parte teorica, una parte pratica e una di critica e selezione dei lavori. Ogni partecipante del gruppo può concentrarsi su una questione particolare, un personaggio, un concetto da esprimere osservando i territori e gli abitanti della Locride e in particolare i paesi di Camini (dove saremo di base) e Riace (a 3km di distanza). Incontreremo personaggi che lavorano da anni in questi progetti di inclusione in Calabria e saranno organizzate alcune visite in luoghi simbolo del territorio (Badolato, Placanica, Caulonia, Stignano).

Saranno inoltre previsti momenti di confronto tra i partecipanti al workshop, i volontari e i soci della cooperativa. Il corso, infatti, non ha solo l’obiettivo di guidare i partecipanti nello sviluppo di un progetto fotografico, ma è anche un’esperienza di scambio, confronto e dialogo tra volontari e partecipanti. Le serate saranno dedicate all’editing delle foto scattate, con discussione e confronto tra i vari partecipanti. Quotidianamente saranno selezionate le immagini migliori che andranno a formare, alla fine del corso, il portfolio personale. Con le foto più rappresentative sarà realizzata una presentazione multimediale per raccontare l’esperienza vissuta dal gruppo e per sensibilizzare sulle tematiche documentate. Durante le giornate del workshop verrà organizzata una serata dove i due fotografi presenteranno i propri lavori fotografici ai partecipanti ed ai volontari.

I lavori realizzati durante questo workshop sono visualizzabili nel seguente video: https://www.youtube.com/watch?v=ISUStBGZRu0&feature=youtu.be


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