THE WORLD IS A SMALL TOWN
In the late ‘90s the medieval historical town of Riace, inhabited mostly by old people like many others in the Locride's area in Calabria, was about to die. Than in 1998, a boat crowded with Kurdish refugees landed in the nearby coastline, changing the course of history. The people of Riace offered them food and shelter, and some citizens, such as Domenico Lucano, who became mayor in 2004, started to dream about a project of integration for refugees to repopulate the town and create a culture of hospitality and exchange. Shops and ateliers were created, employing both asylum seekers and local people, in jobs such as copper and glass laboratories, farming and breeding, constructions and education. Migrants could live in the house abandoned by those who left to work in the North, benefiting local people too with jobs and rents. Riace’s model inspired nearly 60 other towns in Calabria, which developed similar models. Despite the difficulties, towns like Camini, Gioiosa Jonica, Stigano, Caulonia and other, started their own reception projects, to change the course of history and colour the present of a new life. But a few months after right-wing populist Salvini became interior minister, Lucano was arrested for having celebrated a ‘white marriage’ between an Italian and a migrant and processed for embezzlement. For these villages that had welcomed the migrants, it was the hardest time. Many of the refugees living in Riace had to leave, then Lucano lost the elections and now struggles to keep his projects and his political vision alive. The nearby village of Camini in the meantime, nowthe Italian town with the highest percentage of refugees population, has developed the reception project in ambitious and effective ways. Camini’s project is based less on politics and more on entrepreneurship in order to depend less on the state, and develop an economy that can survives even the shocks of politics.
U PAESE è MONDO INTERO
Il declino, la rinascita, l'entusiasmo, l’utopia, l’arresto, il ritorno, un futuro da ricostruire. Riace, il paese della Locride arroccato su aridi colli che svettano dinanzi alla costa ionica, non si è risparmiato le emozioni forti. Negli anni '90 rischiava la morte per spopolamento. Molti abitanti emigravano per trovare migliori opportunità professionali. Poi tra il 1997 e il 1998 due imbarcazioni di esseri umani in fuga dalle violenze al confine tra Turchia e Iraq, arrivarono a Badolato e a Riace Marina. Erano quasi tutti curdi, un popolo senza stato, che si trovarono all’improvviso accolti da una comunità ospitale. É questo l'inizio dell'utopia di Riace e del sogno di una piccola città dove si potesse recuperare la cultura delle tradizioni, incontaminata dal capitalismo e dal consumismo dell’attuale società. Un sogno diventato progetto di avanguardia del programma di accoglienza diffusa, lo SPRAR adottato poi da molti altri paesi della Locride. Poi nel 2018, con il governo gialloverde e Salvini al Viminale, il sindaco Lucano è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e poi processato per varie accuse, tra le quali peculato. Un colpo mortale per la cittadina che già cercava di sopravvivere al taglio dei fondi avvenuto l’anno prima. Molti degli ospiti rifugiati sono stati costretti ad andarsene, nonostante la maggior parte delle accuse all'ex sindaco si sono rivelate infondate. Nei paesi vicini intanto, questa esperienza è stata utile per creare nuovi progetti, come quello di Camini e della cooperativa ‘Jungi Mundu’, che ospita circa un centinaio di persone tra rifugiati e richiedenti asilo. Camini è oggi uno dei paesi in Italia con la più alta densità tra rifugiati e abitanti. In un clima politico critico, questi progetti portano avanti l’idea di una comunità visionaria che vuole resistere al vento dell’intolleranza e non vuole smettere di sognare.