Tra i rifugiati bloccati ad Atene, che sognano una via legale verso l’Europa

Webreportage per il Corriere della Sera - Dal desolante confine greco-macedone di Idomeni al caotico porto del Pireo, passando per i campi provvisori di Atene e per quelli sparsi un po’ ovunque lungo il paese ellenico, sono oltre 54 mila i rifugiati e i migranti rimasti bloccati dopo la chiusura della rotta balcanica. “Un magazzino d’anime”, come ha affermato il ministro per le Politiche migratorie greco Mouzalas, anime perse si potrebbe dire, alla ricerca di una soluzione per crearsi una nuova vita, per non dover tornare dove non si vuole tornare, per non aver venduto i propri possedimenti invano, per non voler credere che il proprio sogno si disgreghi tra le maglie del filo spinato al confine tra Grecia e Fyrom (ex Repubblica Jugoslava di Macedonia). Una di queste è Samir, ragazzo siriano di 22 anni, figlio di un rifugiato del Golan, cresciuto con la propria famiglia a Damasco. Samir si trovava a Chios il 20 marzo, quando l’Unione Europea siglava un controverso accordo con la Turchia, che prevede per i nuovi arrivati un triste benvenuto in un campo di detenzione, o hot-spot, che come via d’uscita principale prevede oramai la deportazione verso le coste turche. Su traghetti da turismo, il 4 aprile scorso, sono iniziati i primi viaggi al contrario dalle isole di Lesbo e Chios alle coste della Turchia, dichiarato “paese sicuro”, un processo già macchiato di accuse di violazioni dei diritti umani, come descritto da un report di Human Rights Watch.Per questi ultimi arrivati, le opzioni legali per scongiurare la deportazione si limitano alla ben poco desiderata richiesta d’asilo politico in Grecia, devastata economicamente da sei anni di crisi e austerità, o l’adesione al macchinoso programma di ricongiungimento familiare, nei casi in cui un loro parente sia già residente in un paese europeo. Per chi, come Samir, è arrivato in Grecia prima del 20 marzo, c’è un’opzione in più: la partecipazione al programma di ricollocamento, lanciato dall’Ue lo scorso settembre. 

Leggi tutto su http://reportage.corriere.it/esteri/2016/samir-maheer-e-rafed-storie-di-migranti-che-sognano-leuropa/

Using Format