Al Pireo Alba Dorata non si nasconde

Scritto per Pagina 99. Nel quartiere di Schisto, nei dintorni del porto del Pireo, Alba Dorata non si nasconde. Dietro alle proteste per la costruzione di un hotspot temporaneo per la registrazione e l’identificazione di migranti e richiedenti asilo, c’è lo zampino del partito di estrema destra, terza forza politica del paese, che ha messo insieme un comitato popolare per il NO, pur senza usare il proprio simbolo che richiama volutamente alla svastica nazista. Il comitato accusa il governo di aver creato questo centro di ricezione, costruito in una vecchia base militare, senza alcuna consultazione con la popolazione locale. Tra slogan quali “nessun migrante illegale a Schisto” e il più tradizionale “la Grecia ai greci”, i vari parlamentari e le figure di spicco del partito neonazista hanno infiammato, un paio di settimane fa, una nervosa folla di circa 150 persone che vede nei migranti e nei rifugiati un’ulteriore minaccia per il paese. Tra loro Ilias Kasidiaris, portavoce e figura sempre più carismatica del partito, che senza giri di parole ha affermato come “i numeri di Alba Dorata cresceranno, perché il partito rappresenta il verso spirito greco”. Ma in una città sempre più polarizzata da anni di malgoverno e da una perpetua recessione economica che non da segno di ripresa, queste dimostrazioni di intolleranza hanno generato una risposta, altrettanto organizzata, dei gruppi anarchici di Atene. Dietro ad una serie di autobus anti-sommossa della polizia greca, si animava a Schisto la protesta del movimento anti-fascista KEERFA, sempre in prima linea nel fronteggiare ogni azione di Alba Dorata. Non c’è dubbio che la questione migratoria abbia riattizzato il conflitto tra le compagini più estreme della società greca. Allo stesso tempo gli attacchi ai migranti sono tornati d’attualità. La settimana scorsa un diciasettenne iraniano è stato picchiato da tre sconosciuti nei dintorni di piazza Viktoria. “Erano le cinque del mattino quando dei tizi mi hanno chiesto un accendino e poi mi hanno attaccato” ha raccontato a Pagina99. “Mi hanno chiesto che ci faccio qui e perché non me ne sto al mio paese. Sono riuscito a scappare, ma nel frattempo mi hanno rotto un braccio.” 

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